
Dopo il centesimo rossoalabardato, quello del secolo di vita della Triestina, il centounesimo anno di calcio a Trieste sarà quasi un arcobaleno, con i colori di Serbia, Germania, Austria e Danimarca che giocheranno a giugno tre partite del girone B nella fase finale del Campionato Europeo di calcio Under 21. Dieci anni dopo l’ultima volta, lo stadio “Nereo Rocco” ritrova dunque la ribalta internazionale.
Ma un’altra partita altrettanto importante si sta già giocando intorno agli stadi, è quella del turismo. Figc, Regione, i Comuni di Trieste e Udine la giocheranno insieme, puntando sulla qualità e mirando al segmento familiare e giovanile. Fornito di Fvg Card, il passepartout che apre ai turisti le porte su un’infinità di opzioni, chi verrà a vedere le partite potrà fruire del patrimonio culturale dell’intera regione. Tutte le opportunità proposte dalla Regione saranno sul sito web www.turismofvg.it.
Trieste vivrà tutto il mese di giugno proiettata nell’evento. Un percorso pedonale in centro, con totem ad evidenziare luoghi d’interesse o punti di animazione; campi di calcio a 5 in erba sintetica; un ingresso gratuito a tutti i musei comunali e a tutte le mostre in luoghi cittadini dall’1 al 30 giugno, con visite guidate nelle lingue dei Paesi delle 4 squadre del girone; rassegne cinematografiche e artistiche dedicate al calcio e allo sport. E molto altro è ancora in via di definizione. Ci sarà tutto sui siti www.retecivica.trieste.it, sulla pagina Facebook del Comune di Trieste, sul profilo Twitter @ComunediTrieste e su quello Instagram ComunediTrieste.

“Il valore per Trieste dell’Europeo Under 21 si misurerà sulle eredità che lascerà alla città –spiega Andrea Stefani, il Project Leader Figc dell’Europeo–. Uno stadio migliorato e in grado di ospitare calcio internazionale, il know how per l’organizzazione di grandi eventi come questo, l’ulteriore rilancio turistico del luogo e il lascito valoriale ai giovani, con progetti di cultura sportiva dedicati a loro. Tutto questo resterà a Trieste anche dopo la fine dell’Europeo”.
La terza partita sarà quella dell’avanzamento culturale del calcio. L’incubatrice è una piattaforma web, “Tifiamo Europa”, che coinvolge in questo progetto scuole primarie e secondarie di tutta Italia. Sarà il seme gettato nella terra. Poi, se son rose…
Trieste e il suo stadio ‘Nereo Rocco’ ritrovano la ribalta internazionale
Gli appassionati che verranno a vedere le partite potranno fruire del patrimonio culturale dell’intera regione con la Fvg Card.
Il pallone nel piatto
Volete continuare a parlare di calcio a tavola in un saporito dopo-partita? A Trieste è facilissimo perché a poche decine di metri dallo stadio trovate la trattoria “C’era una volta”, gestita da una vecchia gloria della Triestina che prima di cimentarsi in cucina di professione faceva il difensore: si chiama Renato Tugliach, ma oggi è molto più famoso per la specialità del suo accogliente ristorante. Parliamo della carne, cotta in tutti i modi (dalla brace alla padella) ma quel che più conta, decisamente squisita.
Da sempre frequentato da sportivi, questo rifugio per gourmet durante gli Europei vi potrà accogliere anche in un grazioso spazio all’aperto, con un menù che non si limita a braciole e filetti ma spazia anche su antipasti e primi, con suggestioni toscane di grande spessore, fra coppe, trofei, ricordi e foto storiche del mondo del calcio. Una cucina che tocca alti livelli, pari almeno a quel pallone che Tugliach scagliò altissimo per salvare la sua porta in una partita di cinquant’anni fa: un leggendario rinvio che mandò la sfera oltre la gradinata del vecchio stadio triestino, facendo cadere il pallone in mezzo al traffico dell’adiacente via Flavia. “C’era una volta” è in piazzale Giarizzole (tel. 040 827346).
Nereo Rocco
È un legame centenario quello che unisce Trieste al calcio e poco importa se la squadra che rappresenta la città manchi dalla massima serie nazionale da 60 anni almeno. Alle maglie rossoalabardate il poeta triestino Umberto Saba dedicò versi indelebili; uno dei figli di questa città, Pino Grezar, giocò nelle fila del grande Torino schiantatosi sulla collina di Superga; altri triestini illustri contribuirono ai successi internazionali delle squadre italiane, una su tutte quel Milan che vide il capitano Cesare Maldini alzare al cielo (primo italiano nella storia del nostro calcio) una Coppa dei Campioni, guidato in panchina da quel Nereo Rocco, nell’indimenticabile sfida di Wembley vinta per 2 a 1 sul Benfica del grande Eusebio.
Una figura leggendaria, quella del Paron, soprannome che suona forse burbero, per una persona di spiccata umanità e incredibile simpatia, capace di trasformare una squadra in una grande famiglia, gruppo coeso a tratti invincibile. Come testimoniano gli scudetti e le coppe vinte in una carriera sin troppo breve. Morì quarant’anni fa Nereo Rocco, all’età di 67 anni. Ma a Trieste il suo cappello e quel profilo inconfondibile li potrete ritrovare dentro quello stadio che non poteva che portare il suo nome.