
l grande dipinto di Alberto Rieger “Il Canale di Suez” (1864) si trova ancora oggi in una stanza un po’ defilata, lo studio di Pasquale Revoltella. Un dipinto che il barone voleva sempre vicino, nel luogo delle idee, delle riflessioni. Una stanza di un grande palazzo triestino ricco di pitture, sculture, arredi e testimonianza della fortuna di un uomo dalle ampie vedute. Tra i protagonisti della ciclopica e avveniristica impresa di Suez, Revoltella unì per sempre il suo nome a Trieste dotandola di un museo, il Museo Revoltella, una galleria d’arte moderna, che compie quest’anno 150 anni. Anni in cui ha continuato ad accrescersi, ad evolversi, a trasformarsi.
Tra i protagonisti della ciclopica e avveniristica impresa di Suez, il barone Revoltella unì per sempre il suo nome a Trieste dotandola di una galleria d’arte moderna.
La visione, la dimensione utopica, la concretezza definiscono il carattere di questo mecenate assieme alla modernità delle sue azioni. Figura complessa, oltre che commerciante fu collezionista, redattore (assieme a Formiggini, Kandler, Scrinzi) di una piacevole guida turistica e abile comunicatore. Il palazzo e i magnifici interni furono strumenti di suggestione per l’intera cittadinanza di allora e ancora oggi, quando lo si visita, non si può che rimaner soggiogati dalla ricchezza delle collezioni, dallo splendido connubio tra storia e contemporaneità, da una casa museo in cui si viaggia ad occhi aperti in una dimensione esotica ricca di fascino e, naturalmente, di mistero.