Borse in neoprene, pupazzi di stoffa, gioielli e accessori in alluminio, decorazioni per la casa e tante idee regalo. L’artigianato al femminile si sviluppa a Trieste con mille sfaccettature, all’interno di negozi e laboratori pieni di colori e materiali diversi. E ricchi, soprattutto, di fantasia.
Spesso dietro gli oggetti realizzati ci sono storie curiose, come quella di Roberta Cibeu e il suo Mostri113 in via Androna della Pergola1, dove nascono, appunto, mostri in tessuto. “Il primo –ricorda– si chiamava Centrotredici, era l’amico immaginario di mio figlio Sebastiano. Era il 2011, stavamo cercando di superare la perdita di mia madre. Lui aveva poco più di tre anni e gli avevo raccontato che la nonna era diventata una stella. Decise di far scendere dalla stella questo mostro buono, che mangiava quelli cattivi della notte. Un giorno mi chiese di “fargli il mostro” e così nacque il primo pupazzetto, che conservo in una piccola teca in laboratorio. Gli occhi sono i bottoni che avevo ereditato, assieme ad altro materiale per il cucito, da mia madre. Dopo quella sera ho avuto l’impulso di continuare a creare questi mostriciattoli, che si sono evoluti fino a diventare ciò che sono ora”.


L’artigianato al femminile si sviluppa a Trieste con mille sfaccettature, all’interno di negozi e laboratori pieni di colori e materiali diversi.

Dai laboratori teatrali è passata a un’attività tutta sua Michela Puzzer, con Ullalà Cappelli di Largo Barriera 9. “Dopo il diploma in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna –racconta– rientrata a Trieste, ho lavorato un periodo nel laboratorio scenografico del Teatro Verdi. Ben presto ho scoperto che preferivo occuparmi dei costumi e dei personaggi, e i primi cappellini sono nati proprio per vestire delle attrici di una piccola compagnia locale. Questi prototipi mi hanno dato l’idea che cercavo da tempo, per avviare un progetto mirato, tutto mio. Ho cominciato così per gioco, con pochi modelli, proponendomi ai mercatini in città e in regione, capendo ben presto che le possibilità di vestire la testa erano infinite. Tutti i giorni, per le cerimonie, per le occasioni e anche per aiutare donne che si trovano ad affrontare una malattia inaspettata. Realizzo pezzi unici per grandi e piccine, per tutte le occasioni. Ullalà è sapersi meravigliare!”.
Ma le storie di donne creative a Trieste sono davvero tante, come il mondo di Cartastraccia di Francesca Tonsi, tra allestimenti e decorazioni, le collane, gli anelli, gli orecchi o i bracciali di Erika Bregani con Centodiecigradi, i gioielli e l’oggettistica in alluminio nei pezzi unici di Laura Longo, con La Pintadera, le sculture in cuoio di Cristina Cuscito, le incisioni e le opere di Anna Negrelli o la linea di accessori di L’isola di Lara. “Realizziamo borse –spiega Lara Furlanich– portachiavi e molti altri oggetti con il neoprene –spiega dal via Lazzaretto Vecchio 15/E– tante proposte, che comprendono anche prodotti su misura, pezzi unici e personalizzabili”.