
Amatissime istituzioni cittadine al pari dei musei e delle biblioteche, le botteghe triestine sono luoghi d’incontro dove sono transitate svariate generazioni di clienti e dai cui banchi nonni, figli e nipoti si sono passati il testimone per continuare a consigliare tessuti e oggetti, suggerire ricette e modalità d’uso di utensili per risolvere problemi o rispondere alle più svariate necessità.
Una passeggiata tra i negozi “di famiglia” non può che partire dalla drogheria Toso di Piazza S. Giovanni, che mantiene orgogliosamente l’insegna con il nome del primo proprietario pur essendo condotta dalla famiglia Kosmina da quasi novant’anni. Fondata nel 1906 da Vittorio Toso, il cui ritratto campeggia ancora tra gli scaffali, venne da lui diretta fino al 1935, quando passò ai successori e a Miro Kosmina, zio degli attuali proprietari. Negli anni Sessanta gli eredi Toso cedettero le proprie quote a Corrado Kosmina, papà di Mauro, Nadia e Dario, oggi solerti aiuti per chi è in cerca di spezie, saponi, coloranti, caramelle e tutte quelle storie che sostando per un po’ ai banconi di legno si vengono a conoscere. Toso fu il primo colorificio di Trieste e conserva ancora gelosamente stencil d’epoca e cataloghi di colori che sono gli antesignani delle cartelle Pantone, ma il cavallo di battaglia sono le spugne di mare Rosenfeld, che decorano l’immutabile vetrina. Se avete la fortuna di entrare quando c’è poca gente, chiedete di farvi mostrare le foto delle esposizioni di cera per pavimenti o veleno per topi, che raccontano della modernità del packaging e dell’incredibile incremento del commercio al dettaglio nell’immediato dopoguerra.
Le botteghe triestine, amatissime istituzioni cittadine al pari dei musei e delle biblioteche, sono luoghi d’incontro e transito di generazioni di clienti.
Si ventilava della sua chiusura e invece riscopre una nuova vita il laboratorio di bandiere Nordio di Via S. Giorgio. Sarà infatti la nipote di Serena Nordio a installarsi nel piccolo locale con il suo studio di grafica, che garantirà la prosecuzione della produzione di bandiere cucite a mano. Le migliaia di clienti sparsi in tutto il mondo possono tirare così un sospiro di sollievo e chi passerà di persona potrà rimanere incantato dall’abilità delle mani di Serena che tagliano e cuciono tessuti coloratissimi per dar vita a bandiere, guidoni, vessilli che non temono il passare del tempo.
Sempre in tema di tessuti, fu Silvio Rustia senior a iniziare nel 1911 la lunga vita del negozio di tessuti d’alta moda che porta ancora oggi il suo nome. Dapprima ubicato in Viale XX Settembre, fu la nipote Claudia a trasferirlo in Via Mazzini, dove oggi viene retto dalla quarta generazione con i figli Cristiano e Daphne.
Molto è cambiato in un secolo: le stoffe, che ancora resistono, hanno lasciato spazio all’abbigliamento prêt à porter e agli accessori femminili, esposti in un negozio raffinato, il cui progetto generale venne firmato dallo scultore muggesano Ugo Carà, zio di Cristiano e Daphne, del quale si può ammirare un bronzetto. Il granito del pavimento, le colonne in pietra d’Aurisina e il grande lampadario Venini sono la miglior cornice per un’attenta scelta di morbidi vestiti.